IL PALAZZO

All’interno del centro storico del Comune di Civita d’Antino (AQ) sorge Palazzo Ferrante, manufatto di considerevole valore architettonico, con fondazione risalente al Seicento. L’edificio, che include l’attigua Cappella della SS. Concezione, ha costituito nei secoli il centro nevralgico della storia urbana di Civita.
Il palazzo prende il nome dalla famiglia che si stabilì nel borgo verso la fine del ‘500, quando Domenico Ferrante abbandonò Valmontone, a seguito di forti contrasti con il governo pontificio, e si trasferì in Val Roveto – allora Regno di Napoli – prima a Rendinara e poi definitivamente a Civita d’Antino.

La costruzione del palazzo avvenne in più fasi a partire dalla fine del ‘600 fino alla seconda metà del ‘700, periodo in cui l’immobile raggiunse la sua attuale configurazione tipica degli esempi di architettura civile ispirati al barocco abruzzese. La sontuosità e l’eleganza del palazzo, il cui corpo centrale conserva ancora le tracce nelle decorazioni delle  stanze, è stata oggetto di molteplici narrazioni negli scritti dei molti uomini illustri che furono  ospitati  dalla  famiglia  Ferrante  nel corso degli anni; aspetti degni di particolare nota, oltre alla signorile accoglienza dell’abitazione, erano la biblioteca di testi antichi e le collezioni di quadri, quest’ultimi oggetto di particolare attenzione da parte dello stesso pittore danese Cristian Zahrtmann, il quale, in una lettera indirizzata a Karl Thomsen del dicembre 1883 (En Mindebog, 1919), narra dei tesori custoditi nel palazzo e dell’emozione provata davanti ai dipinti esposti nelle sale.

Altro immobile di inestimabile valore storico ed artistico, è la Cappella di famiglia, ubicata sul lato sinistro del palazzo, fatta costruire nei primi anni del 1700 e dedicata alla SS. Concezione. La costruzione si caratterizza per una pianta rettangolare ad una unica navata con annesso campanile, una volta ellittica ribassata, ed una zona presbiteriale coperta invece da una volta elissoidica impostata sui muri longitudinali e su quattro vele   angolari. Tra gli aspetti degni di nota, l’altare conserva le reliquie di S.Lucio Martire qui trasferite nel  1804  dal cimitero romano di S.Priscilla. Oltre a quanto descritto, si segnalano anche la balaustra in ferro battuto, la pavimentazione in maioliche con disegno floreale ed i marmi policromi dell’altare.

Oggi l’edificio, data la rilevanza storica, sociale e culturale, è stato sottoposto il 5 agosto 2004 al vincolo della Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività culturali per l’Abruzzo – L’Aquila, in conformità al Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004. Di tale rilevanza si dà ampiamente conto nella Relazione storico-artistica allegata al menzionato Decreto di vincolo (prot. n. 791 del 24 febbraio 2004), che ne accertava purtroppo “il pessimo stato conservativo”.